Tuesday 16 December 2014

Sydney

https://au.news.yahoo.com/thewest/national/a/25784403/sydneysiders-place-flowers-at-martin-place/
Oggi giornata triste qui in Australia, dopo i fatti di stanotte a Sydney. Ero andato a dormire ieri sera, pensando che tutto si sarebbe risolto bene - il tipo era chiaramente un pazzo e, nonostante la propaganda dei media (qui come in Italia) - tutti a parlare dell'ISIS- era chiaro che fosse l'azione di uno psicopatico che agiva da solo.
Invece poi arriva J e mi sveglia e mi dice 'Hanno fatto irruzione e hanno sparato al tipo'. Io, addormentato come pochi, registro giusto questa informazione, e mi rimetto e dormire.
Ma stamattina, quando mi sveglio e riacquisto coscenza del mondo circostante, scopro che sono morte anche due persone, un tipo piu' giovane di me, e una mamma di 3 bambini. Chi abbia sparato, non e' chiaro, anche se dalle immagini la polizia non e' che ci sia andata molto leggera- ma vai a sapere com'era la situazione .
Ho deciso di andare per la mia corsa mattutina in ogni caso, 7 km davanti l'oceano, a respirare l'aria di mare. Incrociare gli sguardi di altri corridori/passeggiatori, e scambiarsi un segno come a dire "Siamo ancora qui". Pensare al piccoletto a casa che mi aspetta per costruire un altro aereo coi lego. Cercare di non pensare al primo ministro australiano, il cui unico scopo e' dividere piuttosto che unire la societa'. Sperare che Natale vada bene, per noi e per tutti.

Sunday 7 December 2014

Missione compiuta

Ieri un'altra Park Run, 5k intorno allo SwanRiver, nella zona est di Perth (vedi foto). Svegliarsi di sabato alle 6e30, farsi 30km in macchina, solo andata, chiedendosi se ne valga veramente la pena, giusto per fare 5km. Ma la settimana precedente mi ero abbastanza allenicchiato, e l'obiettivo di andare sub18minuti, in tutta onesta', non meritava neanche troppa discussione - andava semplicemente fatto.

Stavolta arrivo un po' prima (complice una migliore interazione col GPS), e quindi mi riesco a scaldare un po' meglio dell'altra volta (che in pratica ero sceso dalla macchina e era partita la gara). Gambe ancora un po' doloranti per partita di calcetto il mercoledi'. Stavolta parto subito coi primi (a parte IL primo, che viaggia a 3e10), faccio un casino col cronometro quindi non prendo il tempo. Ma un paio di quelli che seguivo li conoscevo, sapevo che facevano sui 17e30, e allora mi sono messo dietro a loro e mi sono fidato.

Da un po' di tempo, quando corro provo ad applicare i principi dell'Alexander Technique. Poi ci dedichero' un post a parte, perche' e' un argomento estremamente interessante - comunque in sostanza mentre corro cerco di rilassare la colonna vertebrale, immaginando che la testa tenda verso l'altro (il famoso filo invisibile attaccato alla testa, strategia che chiunque ha fatto un corso di teatro conosce bene) e il coccige verso il basso. Di fatto, tutto cio' conduce al rilassamento delle spalle e del collo, il che ha - ovviamente- un effetto molto positivo sulla meccanica di corsa, almeno sulla mia. E' chiaro che quando corri a 3e30 non e' che ci stia tanto da fare l'appoggio alla Gebrselassie: tuttavia, combattere la tendenza all'implosione, tipica del tapascione, e' senz'altro un fattore produttivo.

Sicche', mi metto dietro a questi 3e30isti, e cerco di "pensare" a mantenere il giusto assetto del corpo. Da qualche parte ho letto che Bordin aveva sviluppato una capacita' del genere per la prima parte della maratona - una specie di trance vigile. In piu', siccome correvamo su una pista ciclabile, mi ero fatto il trip che la linea divisoria era la linea blu che indica il percorso piu' breve in maratona, come per lui a Seul.

Nonostante questi trucchi raffinati, lo scarso allenamento mi presenta il conto all'ultimo km. Stavo andando decisamente a 3e30 di media, ma poi mi sono staccato e sono arrivato a 17e43, mentre i 3e30isti se la sono battuta allo sprint sui 17e30.

E quindi bravo, se tutto va bene questa settimana, sabato prossimo miro a un sub-17e30. E se non ci riesco, amen.

Thursday 4 December 2014

Anniversari


Oggi facevo i miei 10km col solito vento oceanico contro. Nel tentativo di pensare ad altro, dato che stavo correndo piu' o meno contro un muro, mi sono messo a ricordare, di corsa, i corsi e ricorsi, e mi e' tornato in mente che il 4 dicembre 1990 avevo vinto la mia prima corsa campestre.

Avevo 13 anni, e la gara era la fase distrettuale dei Giochi della Gioventu' (riposino in pace, amen). Mi ricordo che, per la prima volta, mi ero un po' allenato prima della gara - l'allenamento consisteva nel prendere l'autobus, andare allo stadio, fare 2km a tutta, riprendere l'autobus e tornare a casa.. evidentemente quella volta funziono'. Il giorno prima della gara, papa' mi avevo comprato un paio di scarpe da corsa "serie", le Asics Gel Marathon, dal discutibile colore viola ma dal peso impercettibile, e poi "l'autografo" di Bordin sulla scatola le rendeva, ai miei occhi, invincibili.

La mattina del 4 dicembre, allo Stadio dei Pini c'erano tutte le scuole del distretto di Avezzano; io non avevo idea di come sarebbe andata, ma fatto sta che, alla fine dei 2km, davanti a me non c'era nessuno. Poco dopo l'arrivo, quello che sarebbe diventato il mio allenatore per i successivi 8 anni mi si avvicino' e mi disse "Ma non e' ora di cominciare ad allenarsi seriamente?" 

Sono passati 24 anni, e il fatto che sia ancora qui, a scrivere e a vivere di corsa, e' incredibile. Guardo questa vita australiana, volti e luoghi che cambiano di anno in anno, la mia famiglia e gli amici dall'altra parte del pianeta, ridotti a periodici messaggi su whatsapp. Ma quel ragazzino 13enne, ogni volta che metto le scarpe per correre, e' ancora con me. 

E allora, buon 24esimo anno.

Monday 1 December 2014

Del perche' non posso allenarmi al 100%


Oggi correvo i miei 40 minuti alle 6e30 di mattina, che per la cronaca e' una performance semi-clamorosa per i miei standard, dati i miei ritmi circadiani molto ostili allo sport di prim(issim)a mattina - comunque ero li' che me la scorrazzavo col vento oceanico in faccia (qui a Perth dovunque corri il vento e' sempre contrario: misteri dell'emisfero australe), un minuto andante e un minuto piano, e mentre ero alle prese con quella fatica moderata ma crescente, mi si e' palesata dinanzi una verita' tanto ovvia quanto innegabile. Ovvero' che la differenza principale tra i miei tentativi atletici di adesso e quelli di quasi 20 anni fa non e' tanto i 20 anni di differenza (o almeno cosi' mi ripeto), ma il fatto che quando torno a casa non c'e' piu' un sistema famigliare prodigo di assistenza per l'atleta stanco.

Per esempio' io a 18 anni facevo 40 minuti di riscaldamento e poi 10x1000 recupero 500m, insomma correvo fino alla morte, e poi a cose fatte l'unico sforzo rimasto era arrivare a casa, fare doccia, buttare i vestiti tra i panni sporchi e, semmai, mettermi seduto a studiare. Non dovevo combattere con la casa, ne' lavare, ne' cucinare/fare la spesa, tutto era fatto per me (mamma, quanto ti voglio bene?)

Invece, stamattina, mentre correvo contro il vento australe, sapevo che al mio rientro mi aspettavano moglie e figlio, e colazioni vestizioni portazioni a scuola, e poi un giorno al lavoro, che anche se alla fine il lavoro e' sempre stare seduto a studiare, ora pesa di piu'.

Insomma, uno dei motivi per i quali non mi posso allenare come quando ero 18enne, e uno dei motivi per cui i 40 enni che si allenano come fossero 20enni sono degli esauriti, e' perche' -graziaddio- ho una vita al di la' della corsa.